Associazione Industriale Bresciana

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Pasini: «Per ora non vediamo un immediato rilancio dell’economia»

I numeri raccolti in questo inserto sono molto positivi e delineano il profilo di un sistema produttivo, quello bresciano, che ha saputo raccogliere le sfide del mercato e che da tempo pare avere definito la linea del suo percorso di sviluppo. Eppure, all’orizzonte vi sono parecchie nubi: macchie nere che stanno frenando i progetti dell’imprese, i numeri resi noti dal vostro Ufficio studi lo confermano. Presidente Giuseppe Pasini è una situazione che vi preoccupa? Per quale motivo?

Giuseppe Pasini, presidente di Aib

«Sì, ci preoccupa perché non vediamo nel 2020 un immediato rilancio dell’economia. Si tratta di un discorso a carattere generale, ma che riguarda in particolare i dati provenienti dalla Germania, nostro principale riferimento commerciale. Se da un lato il pacchetto tedesco da 50 miliardi di euro predisposto per una ripartenza decisa è positivo, dall’altro è chiaro come esso farà sentire i suoi effetti probabilmente solo nella seconda parte del prossimo anno. Mentre nella prima proseguiranno i segnali raccolti in questo 2019, soprattutto per quanto riguarda i settori dell’automotive e della meccanica. Indicazioni più positive sono invece attese dalle infrastrutture, anche in Italia: lo spiraglio di miglioramento che si intravede potrà portare giovamento al mondo delle imprese in generale».

È una fase complicata che tocca solo il sistema-Brescia o tutto il sistema-Paese?

«Credo che sia un momento difficile per tutto il sistema-Paese non solo per Brescia»

«Credo sia un momento difficile per tutto il sistema-Paese, non solo per Brescia. La differenza è che il Nord Italia - fortemente esposto all’andamento delle esportazioni - risente di quanto sta avvenendo a livello globale. Non solo il nodo tedesco, a cui accennavo prima, ma anche incertezze di lungo corso come il tema dei dazi tra Stati Uniti e Cina e la questione Brexit. E province come Brescia - che rappresenta il secondo cluster dell’automotive in Italia, dopo Torino - ne risentono maggiormente.

Dovessimo redigere un manifesto per il rilancio della nostra economia, quali sarebbero i temi cari al mondo delle imprese?

«Sono diversi, a partire dal necessario rilancio di Industria 4.0. In parte l’attuale Governo ne ha rimodulato i contorni, e crediamo che l’idea di allargarla anche al tema della green economy sia senza dubbio positivo: oggi è fondamentale aiutare le imprese a sviluppare trasformazioni nella direzione del risparmio energetico e dell’economia circolare. Il secondo punto è la formazione, che non è stata ripresa come sarebbe stato giusto: in quest’ottica è fondamentale che l’Italia recuperi il divario accumulato negli anni per quanto riguarda le figure di tipo tecnico. Quindi le infrastrutture: secondo il presidente dell’Ance Gabriele Buia sono pronti 70 miliardi per i cantieri. Bisogna però farli partire. Chiudo con il cuneo fiscale: un abbassamento del costo del lavoro significherebbe anche un maggior potere d’acquisto per i lavoratori e le famiglie. E quindi una ripresa dei consumi,

Il modello «Brescia», che vanta alte performance in termini di produttività e redditività oltre a una particolare attenzione all’innovazione e alle esigenze del mercato globale, come può migliorarsi ulteriormente? «Come ha confermato la recente indagine condotta dall’ufficio Studi e ricerche di Aib insieme a Banca Intesa Sanpaolo, il modello bresciano è vincente soprattutto perché sa lavorare in filiera. Allo stesso tempo, però, le grandi imprese devono aiutare le pmi, che presentano ancora alcuni ritardi in particolare sul lato green. L’obiettivo deve essere quello di coniugare efficienza e sostenibilità, adottando nuovi criteri condivisi. C’è poi la questione dell’organizzazione interna: siamo convinti che per migliorarla possa essere fondamentale un’apertura anche a manager e figure apicali provenienti dall’esterno».

L’Associazione industriale quali strumenti metterà in campo a sostegno dei suoi associati?

«Il nostro modello è vincente perché sa lavorare in filiera; vanno coniugate efficienza e sostenibilità»

«Un possibile percorso è stato lanciato nello scorso mese di giugno, durante la nostra Assemblea generale: "Brescia città dell'economia circolare". Si tratta di una suggestione possibile: il tema rappresenta una grande peculiarità del nostro territorio, in cui la metallurgia ricopre un ruolo di primo piano. Come Aib vogliamo portare avanti questa sensibilità, puntando a quanto avevo accennato già prima: un modello di efficienza e sostenibilità sul discorso dell’energia. Un altro punto centrale è costituito dalla formazione. Le attività relative all’argomento rappresentano per l’associazione uno sforzo concreto verso l’obiettivo della futura sostenibilità lavorativa. In particolare, Fondazione Aib si occupa, attraverso Isfor, il liceo Guido Carli e i Centri di formazione di Ome e Castelmella, delle attività educative e didattiche a vario livello: dall’istruzione superiore per i giovani sino agli interventi formativi specifici per imprese, enti pubblici e privati, associazioni di categoria e liberi professionisti. Dobbiamo impegnarci su più fronti: voglio ricordare, tra gli altri, quello degli Its gli Istituti di formazione superiore, dove Aib partecipa in prima persona. Si è da poco concluso con successo il primo biennio dell’Its Lombardia Meccatronica di Lonato, con 19 alunni che hanno conseguito il diploma di tecnico superiori per l’automazione e i sistemi meccatronici industriali, con un successivo tasso di occupazione pressoché totale. Inoltre l’associazione ha recentemente fatto ingresso nella compagine sociale dell’Its Machina Lonati, a dimostrazione di un impegno quanto mai concreto.

A cura di Numerica

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