Confindustria Brescia

Gussalli Beretta: «La sfida principale che attende le Pmi è la trasformazione digitale»

Presidente Gussalli Beretta, partiamo da una panoramica sul contesto del Made in Brescia, tra consuntivo 2023 e previsioni per il 2024.

Il presidente di Confindustria Brescia, Franco Gussalli Beretta

«Siamo in un periodo di chiaroscuro, anche se a me piace sempre guardare il bicchiere mezzo pieno. Il 2023 si è chiuso con una debole flessione della produzione industriale (-0,2%) e, invece, una più brusca frenata sul lato lavoro, con una diminuzione in particolare dei contratti in somministrazione (-28% sul 2022). Certo, le nostre imprese oggi sono molto più patrimonializzate che in passato, e quindi le vedo decisamente attrezzate per affrontare un 2024 che si caratterizza per una certa cautela nelle previsioni. Dettata, in particolare, dal periodo di debolezza della Germania e dalla fase restrittiva del credito alle imprese, che determina l’innalzamento dei tassi applicati al settore produttivo».

In tale contesto, che ruolo hanno le «piccole» imprese per il Made in Brescia?

«Direi assolutamente centrale. Non è solo una questione di fisionomia del sistema produttivo nazionale e locale, quanto più della spinta propositiva e numerica che queste realtà spesso hanno anche nei confronti delle grandi. Se guardo a Confindustria Brescia, vedo come più del 90% delle associate rientri nella categoria delle Pmi, con istanze specifiche ben rappresentate dalla Piccola Industria, con cui il dialogo è costante».

Il caro energia continua a costituire un problema?

«Più del 90% delle aziende associate rientra nella categoria delle piccole e medie imprese»

«Siamo usciti dal picco della crisi, ma un dato è innegabile: per quanto riguarda la bolletta di energia e gas, il Made in Brescia è passato dai 586 milioni del 2019 a oltre 1,5 miliardi del 2023. Le stime sul 2024 parlano di una cifra intorno ai 950 milioni: in discesa, ma ancora il doppio rispetto al pre-Covid, nonostante l’innegabile processo di efficientamento e riduzione dei consumi energetici intrapreso dalle nostre aziende, anche dalle piccole. Sotto questo punto di vista, mi preme ricordare l’importante lavoro svolto proprio dalla Piccola sul tema Cer, le Comunità energetiche rinnovabili, con le sperimentazioni avviate nei comuni di Gavardo e Torbole Casaglia».

Qual è la principale sfida che attende le piccole imprese oggi?

«Mi sento di rispondere la trasformazione digitale: dalle analisi degli osservatori digital innovation Pmi del Politecnico di Milano, a livello nazionale il 60% delle grandi imprese intervistate ha riportato di aver già avviato progetti di intelligenza artificiale, mentre per quanto riguarda le Pmi parliamo solo del 15%. Dobbiamo perciò accelerare per colmare questo gap. In tale ambito rientra, per ovvi motivi, anche l’Intelligenza Artificiale. In particolare, sono due le aree in cui Ai può davvero fornire alle aziende un vantaggio competitivo: il customer service e la gestione della catena di fornitura. Credo si tratti di un aspetto fondamentale per qualsiasi impresa, indipendentemente dalle dimensioni. In questo processo, però - una volta di più -, le Pmi eccellenti della nostra provincia possono essere un pungolo per tutti».