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Nava: «Se Brescia è in grado di segnare certi risultati anche in chiave Esg lo deve alle Pmi»

Dall’analisi realizzata dall’Università degli studi di Brescia emerge un gruppo significativo di Pmi che negli ultimi cinque anni ha registrato tassi di crescita notevoli, nonostante le incertezze e gli imprevisti del mercato. Sono le «piccole che fanno grande Brescia», ma che ora si trovano di fronte a nuove sfide. E ve n’è in particolare una a cui non possono tirarsi indietro: crescere ulteriormente, sia dal punto di vista dei volumi sia da quello della dimensione patrimoniale. Il mercato, dopotutto, ha oramai assunto una ampiezza globale e la competitività delle Pmi sarà segnata da elementi quali la sostenibilità, la sicurezza, la transizione energetica e l’intelligenza artificiale. Ecco perché si rende indispensabile una politica economica che tracci un percorso di sviluppo di queste fatidiche piccole e medie imprese e che, inevitabilmente, chiami in causa anche gli istituti di credito.

Marco Franco Nava

«È fondamentale continuare a investire verso la tecnologia nei processi produttivi»

Marco Franco Nava, come si pone Intesa Sanpaolo di fronte a questa prospettiva?

«Il territorio bresciano è sempre stato trainante per l’economia regionale e continua ad esserlo, la sua forza è nella sua vocazione industriale, basti pensare che nel 2022 il peso dell’industria in senso stretto sul valore aggiunto totale era di circa il 40%, una percentuale decisamente superiore a quanto osservato in Italia di circa il 26%, ma anche in Lombardia di oltre il 28%. Inoltre, la presenza di distretti importanti e la concentrazione di tante piccole e medie imprese favoriscono un’elevata diversificazione produttiva e una buona capacità di inserirsi con successo in nuove nicchie di mercato, specializzandosi in nuove produzioni, grazie alla ricchezza del know-how e delle competenze del tessuto produttivo. In un contesto geopolitico di incertezza, export, innovazione e sostenibilità si confermano pilastri per la crescita delle nostre aziende che intendano cogliere le opportunità che si presentano, ad esempio aprendosi a nuovi mercati e adottando buone pratiche in ambito Esg. È, inoltre, fondamentale continuare a investire verso la tecnologia nei processi produttivi, nei magazzini, negli acquisti e nelle vendite, per ridurre i consumi energetici e cogliere le opportunità dell’economia circolare. Proprio per valorizzare le piccole aziende virtuose del territorio che già oggi considerano la sostenibilità, il rispetto per l’ambiente e per le persone fattori determinanti per la propria crescita e competitività, Intesa Sanpaolo ha avviato il programma Crescibusiness Progettiamo Sostenibile. Attraverso questa iniziativa vogliamo consolidare ulteriormente il nostro legame con gli imprenditori e con il territorio in cui operano e accompagnarli nei loro percorsi di crescita sostenibile attraverso il credito e la consulenza».

Il piano su cui molti operatori hanno posto grande attenzione, vede la costituzione di filiere volte al raggiungimento di determinati obiettivi, come ad esempio la transizione dettata dai criteri Esg. Lei crede sia una strategia vincente per favorire un modello di business più sostenibile?

«Se oggi questo territorio è in grado di segnare certi risultati anche in chiave Esg lo deve alla capacità delle piccole e medie imprese di trasformarsi e adattarsi, con una flessibilità che trova nel sistema delle filiere un ulteriore punto di forza e distintività. Filiere corte, ramificate a livello locale e molto diffuse nei distretti industriali offrono esempi positivi su cosa possono fare le aziende per rafforzarsi, crescere e offrire maggiori prospettive occupazionali. In questo ambito, Intesa Sanpaolo investe sulla loro crescita attraverso Programma Sviluppo Filiere, che ha attivato in Lombardia oltre 200 contratti di filiera, coinvolgendo circa 4.200 fornitori, per un giro d’affari complessivo di oltre 24 miliardi di euro».

Grazie all’intelligenza artificiale vi sarà una gestione migliore delle informazioni aziendali, tale da poter creare opportunità e valore aggiunto per l’impresa. Questa tecnologia, però, chiede ingenti investimenti e anche in questo caso un istituto di credito può confermarsi un ottimo supporto per le Pmi.

«La Lombardia è prima a livello nazionale per valore di investimenti in ricerca e sviluppo. L’innovazione è nel Dna anche delle nostre imprese bresciane che hanno una spiccata propensione a brevettare e creare nuove imprese innovative: con 240 start up presenti sul territorio, Brescia si posiziona seconda, dopo Milano, a livello regionale. In questo contesto le imprese bresciane appaiano ben posizionate per cogliere le opportunità presenti sui mercati internazionali e la loro elevata competitività potrà essere rafforzata ulteriormente puntando con decisione su nuovi investimenti in tecnologia e innovazione. In questo ambito Intesa Sanpaolo, oltre al credito, vuole essere un partner per individuare con l’azienda modelli di business che garantiscano risultati sostenibili e una riconoscibilità qualitativa dei nostri prodotti sui mercati esteri. Supportiamo la nascita e l’accelerazione di start up e favoriamo l’incontro tra imprese consolidate e queste nuove realtà alimentandone la relazione. Come Direzione regionale Lombardia Sud nel 2023 abbiamo erogato 650 milioni di euro di nuovi finanziamenti a medio-lungo termine alle imprese delle province di Brescia, Cremona, Lodi, Mantova e Pavia e solo nell’ambito dei progetti di economia circolare e soluzioni S-Loan, che vantano premialità per l’azienda al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità e "green", le erogazioni negli ultimi tre anni ammontano a oltre 330 milioni di euro».

«L’alta competitività del tessuto industriale bresciano ha spinto l’export su livelli di eccellenza»

In un mercato di dimensioni globali, infine, l’internazionalizzazione delle imprese è una clausola inevitabile per continuare a crescere. In quest’ottica Intesa Sanpaolo ha lanciato un programma sinergico tra le sue divisioni volto appunto a non far mancare il sostegno alle imprese nei mercati internazionali.

«L’alta competitività del tessuto industriale bresciano ha spinto l’export su livelli di eccellenza, pari a oltre il 52% nel 2022, mentre Lombardia e Italia si sono fermate rispettivamente al 41% e a circa il 37%. In particolare, tra il 2008 e il 2022 ha visto una forte crescita di circa il 58% per un valore di oltre 8 miliardi di euro. Sebbene nei primi mesi del 2023 le esportazioni abbiano visto una flessione dovuta in particolar modo alla metallurgia che ha risentito, oltreché del calo della domanda, del forte rientro dei prezzi alla produzione, si confermano tra i principali driver dello sviluppo dell’industria bresciana. Far parte di un gruppo che ha una presenza così capillare in Italia e all’estero consente di valorizzare le sinergie dei diversi business e di metterle a disposizione delle imprese nostre clienti grazie al network internazionale di Intesa Sanpaolo che assicura alle imprese un'opportunità fondamentale di crescita sui mercati e di ricerca di nuovi paesi di sbocco. Grazie alla collaborazione tra la Divisione International Subsidiary Banks e la Divisione Banca dei Territori, è stato avviato anche un programma dedicato al potenziamento del business cross-border delle mid-corporate che operano nei 12 Paesi serviti dalle banche commerciali del Gruppo in Centro e Sud-Est Europa e Nord Africa. Programma che ha fatto recentemente tappa anche Brescia con un focus su Albania, Croazia, Serbia e Slovenia. Per proseguire, in seguito, ad altri mercati nei quali sono presenti complessivamente oltre 2.000 gruppi industriali italiani con proprie sussidiarie nei Paesi del perimetro della rete estera del Gruppo. Lo scorso anno è stato attuato con successo nei mercati di Slovacchia, Romania e Ungheria».

A cura di Numerica

Editoriale Bresciana

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Il portale web Bilanci Aziende Brescia

L’analisi economica delle prime mille imprese per fatturato e delle 1000 Pmi cresciute di più negli ultimi 5 anni

Realizzata dalla redazione Economia del Giornale di Brescia e dagli esperti dell’Università degli Studi di Brescia, la ricerca analizza i conti delle aziende del territorio.

Non solo numeri e fatturati, ma anche focus tematici, approfondimenti per settore, infografiche e mappe interattive. I dati delle prime 1000 aziende, disponibili in una piattaforma interattiva, sono interrogabili in pochi clic e consentono all’utente di fare confronti tra competitor, realizzare ricerche personalizzate e approfondire le performance in modo comodo e veloce. Gli abbonati al portale hanno accesso anche all’analisi delle 1000 Pmi che hanno registrato un tasso media di crescita negli ultimi cinque anni, oltre che all’archivio dei dati a partire dal 2016.

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