Vuca (Volatile, uncertain, complex, ambiguous), il termine usato in un rapporto del 1998 dallo United States War college, descrive perfettamente ciò che sta accadendo nei mercati oggi: nulla funziona più come un tempo, il passato non è sempre una buona base per progettare il futuro e non ci sono «regole» scritte che, se seguite, possono salvare da un rapido declino. I leader aziendali hanno poca idea di cosa aspettarsi in termini di evoluzione del mercato, dei prodotti, della tecnologia e devono affrontare tutto questo nei loro ambienti decisionali.
Il mondo «Vuca» induce le aziende a mettere al primo posto la strategia e il corretto approccio verso l’organizzazione interna e verso il mercato. Il focus si sposta dal prodotto o dalla tecnologia alla strategia di crescita, di innovazione, di attenzione verso il personale e verso la corretta lettura del mercato.
Losio: «Innovazione e formazione sono elementi chiave per il successo duraturo delle pmi del nostro territorio»
Per affrontare queste sfide le aziende necessitano di strumenti informativi chiari, completi ed in tempo reale che li supportino nel prendere decisioni veloci ed audaci. E questo vale ancor di più per le pmi che hanno risorse organizzative, umane e finanziarie limitate. Devono dunque sviluppare sistemi di controllo della gestione «evoluti» e cioè in grado di interpretare i cambiamenti ambientali per far in modo che l'impresa possa gestirli a proprio vantaggio, valutare i rischi e cercare di prevenirne il sorgere e cercare, infine, di indurre nelle persone comportamenti allineati con la strategia deliberata e sintetizzata negli intenti strategici. Con questi strumenti potranno poi elaborare azioni flessibili per un rapido adattamento alle mutevoli circostanze esterne. «Innovazione e formazione sono gli elementi chiave per il successo duraturo delle piccole e medie imprese del nostro tessuto imprenditoriale» suggerisce Ivan Losio, partner di EY.
«La formazione, nelle tecniche classiche dei sistemi di pianificazione e controllo economici e finanziari (business plan, contabilità industriale, reporting ecc.), dimostra limiti evidenti nell’interpretare e leggere i fattori critici di successo e, di conseguenza, le competenze distintive che l’azienda deve possedere e su cui deve puntare per poter emergere» spiega Alberto Mazzoleni, partner di EY e professore del dipartimento di Economia e management dell’Università degli studi di Brescia. «L’evoluzione verso i Big data, la trasformazione digitale dell’impresa e in generale l’adozione dei modelli e delle tecnologie dell’industria 4.0 devono necessariamente comportare un processo di digitalizzazione dei costi aziendali ed un’evoluzione degli strumenti e delle metodologie per il corretto utilizzo di tali dati».
Cosa possono fare dunque le pmi per impostare correttamente i processi di governo strategico ed economico? «Secondo la nostra visione - spiega Ivan Losio - devono innanzitutto mettere al centro una strategia di innovazione e creazione del valore e di coinvolgimento delle persone chiave che supportano tale processo (familiari e non). Allo stesso tempo è opportuno che si dotino di strumenti adeguati a valutare l’impatto delle decisioni in relazione alla durabilità e alla crescita aziendale. Parallelamente tale processo deve essere accompagnato anche da un innalzamento del livello culturale e tecnico degli operatori che devono essere formati e abituati a utilizzare i dati per sviluppare corretti processi di problem solving e decision making».
Colpani e Barchi: «Supportiamo le imprese che vogliono fruire di finanziamenti alternativi»
In questo contesto Sfida 4.0, la digital factory di EY alle porte di Brescia, si pone come punto di riferimento per le pmi, grazie a 1.200 mq dedicati ai programmi di innovazione e di training per le imprese. La Factory offre un modello di digital transformation dell’intera azienda basata sui pilastri di integrazione tecnologica, integrazione fabbrica - ufficio, efficienza globale ma al cui centro ci sono le competenze e le capacità delle risorse umane. Grazie ai percorsi di formazione esperienziale, le imprese possono vedere e toccare con mano l’applicazione delle tecnologie 4.0 ad un processo simulato, ispirato alle logiche della lean manufacturing e del miglioramento continuo. Nella Digital Factory trovano inoltre spazio tecnologie di frontiera, start-up tecnologiche e l’Obeya Room, uno spazio in cui i project team si incontrano e condividono un metodo di lavoro per vincere la competizione globale con il supporto di nuove metodologie di lavoro basate sui principi della Lean Office e dell’Agile Project Management. Sfida 4.0 è dunque uno spazio in continuo aggiornamento pensato per dotare le figure chiave delle aziende dei nuovi strumenti e delle skill per competere in questo mondo.
Ma come sostenere questi percorsi di sviluppo? Stefano Colpani, socio di EY e professore a contratto di Revisione Aziendale presso l’Università di Brescia, e Andrea Barchi, Associate partner EY, spiegano come per sostenere innovazione e sviluppo le imprese oggi guardano sempre con maggiore attenzione a strumenti finanziari alternativi e complementari al credito bancario. Ci sono segni positivi di un concreto cambiamento di atteggiamento anche da parte delle pmi nel campo del funding, tra cui in particolare verso processi di quotazione. Particolare interesse per le pmi riveste il mercato Aim, che presenta procedure di quotazione semplificate e più veloci rispetto al mercato ordinario, oppure il ricorso all’emissione di Bond.
«Come EY supportiamo le imprese che vogliono approcciare a queste fonti di finanziamento contribuendo alla loro preparazione, sia da un punto di vista procedurale, che di predisposizione del bilancio, che dovrà essere sottoposto a revisione legale. A questo proposito diventa sempre più rilevante, ai fini di una migliore presentazione della società, la necessità di predisporre e presentare il bilancio sociale, che illustra come l’azienda contribuisce a migliorare l’impatto della sua attività con l’ambiente ed il contesto sociale. EY ha una struttura di professionisti specializzati in tali ambiti, che possono quindi aiutare la società a strutturarsi in modo adeguato per accedere a tali strumenti».
L’analisi economica delle prime mille imprese per fatturato e delle 1000 Pmi cresciute di più negli ultimi 5 anni
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