Future Age

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Il principale obiettivo della società è rendere il domani delle aziende più sicuro

Rendere il domani dei clienti più sicuro, con una governance delle minacce di natura competitiva e non competitiva, che ne influenzano l’operatività: è questa la mission di Future Age, realtà imprenditoriale operante nel campo del risk management che dal 2016 affianca le imprese, aiutandole a preservare la continuità aziendale e a individuare le opportunità che si generano da una corretta e proattiva attività di gestione del rischio.

Paolo Borghetti, fondatore di Future Age

«Negli ultimi anni è cresciuto notevolmente l’interesse delle aziende per le tematiche relative al risk management in quanto nel corso delle proprie attività ogni impresa è soggetta ad una serie di minacce che influenzano l’ operatività e quindi la capacità di generare valore», analizza Paolo Borghetti, fondatore e amministratore delegato di Future Age.

L’incertezza rappresenta sia un rischio che un’opportunità e può potenzialmente ridurre o accrescere il valore dell’azienda. Il management massimizza il valore quando formula strategia e obiettivi che permettano di conseguire un equilibrio ottimale tra target di crescita, di redditività e rischi conseguenti.

«Ogni organizzazione deve assicurarsi che l’attività di risk management non sia uno sterile esercizio separato dal business, ma diventi parte integrante del sistema di gestione e una componente essenziale del processo decisionale - prosegue Borghetti -. Il processo di gestione integrata dei rischi (Erm) che propone Future Age ha la finalità di supportare il management e il Cda nell’assumere decisioni compatibili con il profilo di rischio della società e coerenti con gli obiettivi aziendali».

L’a.d.: «L’attività di risk management non deve essere uno sterile esercizio separato dal business»

Il modello Erm Enterprise Risk Management si articola in 5 processi interconnessi.

Si comincia dal Contest analysis: l’ambiente interno costituisce l’identità essenziale di un’organizzazione, determina la forma mentis delle persone che operano in azienda riguardo i livelli di accettabilità del rischio, l’integrità e i valori etici. Si passa al Risk assessment: consiste nell’identificazione, classificazione, quantificazione dei principali eventi che potrebbero minacciare il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Poi si tocca il Treatment: consiste nel mettere in atto azioni per ridurre il livello di rischio ad un livello considerato accettabile; il Monitoring: prevede un monitoraggio continuo da parte del risk management integrato su: andamento dei rischi, stato d’implementazione dei piani di trattamento e insorgere di nuovi rischi. Infine si arriva al Reporting: consente ai diversi livelli aziendali di avere la disponibilità dei dati relativi alla gestione del rischio, dei risultati ottenuti e delle azioni di miglioramento programmate.

A cura di Numerica

Editoriale Bresciana

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