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POLPENAZZE DEL GARDA
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METALLURGIA

Malgrado le difficoltà legate al Covid anche il 2020 sarà positivo

Recuperare nuova materia dai rifiuti gestendo il ciclo completo nel totale rispetto dell’ambiente: questo l’impegno che contraddistingue, dal 1981, la Rmb di Polpenazze del Garda.

Un’operatività portata avanti, anno dopo anno, all’insegna della crescita tanto che oggi l’azienda gardesana - 280 tra dipendenti diretti e indiretti e la capacità di sviluppare all’interno e applicare le tecnologie per la gestione del ciclo di lavoro - è riconosciuta come una delle principali piattaforme polifunzionali d’Europa per il trattamento finalizzato al recupero di rifiuti speciali, pericolosi e non.

L’a.d. Amato: «Abbiamo attivato una nuova piattaforma per la lavorazione dei rifiuti»

La piattaforma di trattamento Rmb opera il recupero/smaltimento di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi attraverso l’utilizzo di molteplici sezioni impiantistiche a tecnologia articolata che separano ad esempio le differenti frazioni metalliche (ferrosi e non ferrosi) presenti all’interno dei rifiuti.

Rmb esegue il totale ciclo d’attività, articolato in oltre venti sezioni produttive, esercitando un controllo completo e rigoroso in tutte le fasi di lavorazione. Si è infatti dotata di un «Protocollo di gestione rifiuti» che definisce in dettaglio ogni fase della lavorazione: dalla programmazione degli ingressi, al controllo sui materiali in arrivo all’impianto, alle successive lavorazioni, fino alla produzione di Mps o nuovi rifiuti da avviare a recupero o smaltimento finale presso impianti esterni autorizzati.

Chiuso un 2019 positivo, malgrado le difficoltà causate dalla pandemia anche il 2020 andrà in archivio positivamente.

«Abbiamo chiuso il 2019 attivando una nuova sezione della piattaforma che ci permette una più dettagliata lavorazione dei rifiuti ottenendo un’ulteriore separazione delle frazioni - spiega l’a.d Antonio Amato -. Così facendo ci distinguiamo dando una risposta alle richieste del mercato. Per il riutilizzo diretto abbiamo studiato l’applicazione di tecnologie specifiche dettate dalla nostra esperienza e sfruttato la professionalità interna che è il valore aggiunto che ci viene in aiuto in queste situazioni».

Il 2020 è iniziato all’insegna del Covid-19: «Rmb eroga servizi di pubblica utilità e per questo l’attività aziendale non è stata fermata dal recente lockdown continuando a dare quel servizio indispensabile per la gestione di filiera dei rifiuti urbani - prosegue l’amministratore delegato -. Abbiamo potuto proseguire il lavoro non senza disagi e complicazioni anche grazie alla nostra versatilità e alla tecnologia che utilizziamo, ma inutile negare che lo choc è stato importante. Fortunatamente non siamo stati colpiti direttamente dalla pandemia perché, ancor prima dell’obbligo del distanziamento e dell’utilizzo delle misure di protezione, ci eravamo organizzati e avevamo messo in atto un preciso protocollo aziendale. In questo abbiamo davvero anticipato i tempi. Non abbiamo dovuto ricorrere alla cassa integrazione, ma non possiamo ignorare che quanto sta accadendo lo stiamo pagando con un maggior dispendio di risorse».

Il Covid-19 ha cambiato l’andamento del mercato?

«Il lato negativo - chiude Amato - si identifica nel calo dei consumi e nella conseguente minor richiesta di materia prima- seconda, ovvero quella prodotta dal riciclo che è quella che noi proponiamo».

La società pone ogni giorno una particolare attenzione nella formazione del personale

Tra le leve del successo di Rmb c’è anche la capacità di interfacciarsi oltre i nostri confini nazionali. Rmb cura attentamente la preparazione tecnica degli addetti commerciali perché conoscere i materiali e le lavorazioni è alla base dell’attività di vendita ed è requisito fondamentale per acquistare e vendere i giusti prodotti nei vari Paesi nel mondo. La squadra Rmb allarga infatti il concetto di recupero al mondo intero, con coesione, competenza e rispetto del territorio, importando materiali da valorizzare dai seguenti Paesi: Germania, Austria, Svizzera, Spagna, Polonia, Grecia, Croazia, Belgio, Francia, Repubblica Ceca, Inghilterra, Usa.

Fondamentale inoltre la possibilità di esportare i materiali lavorati: Germania, Spagna, Cina, Austria, Polonia, Francia e India beneficiano di questa collaborazione e utilizzando i prodotti Rmb limitano l’utilizzo di materie prime estratte in natura, preservando il loro territorio e l’ambiente.

Infine un’ulteriore nota distintiva di Rmb è l’attenzione che pone ogni giorno nella formazione del personale. L’iniziativa varata nel 2019, che andrà a conclusione alla fine di questo anno scolastico riguarda il significativo investimento che Rmb ha fatto sui giovani che stanno partecipando al corso biennale Its per formare tecnici per «recuperare l’ambiente».

Al piano formativo - realizzato con l’approvazione di Regione Lombardia e del Provveditorato agli studi - sono stati ammessi 20 apprendisti, regolarmente assunti dall’azienda, che vengono accompagnati nel conseguimento del diploma di Tecnico superiore.

Il corso biennale prevede 3.600 ore circa di cui 960 (24 settimane) in aula, eseguite in gran parte in modalità telematica nel rispetto delle prescrizioni di prevenzione dell’attuale pandemia, e 2.640 (66 settimane) in reparto sotto la guida di tutor di comprovata esperienza e si concluderà con l’esame di Stato.

Non solo tecnologia in casa Rmb dove l’avvenire si costruisce e si alimenta giorno dopo giorno fin dall’anno della fondazione dell’azienda: «Questa iniziativa ha un costo che riteniamo essere un grande investimento - conclude l’a.d. Antonio Amato -. Questo biennio rappresenta una grande occasione per i ragazzi: li avvicina alle buone tecniche industriali e li inserisce da protagonisti nel mondo del lavoro».

A cura di Numerica

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