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Il direttore regionale Lombardia Sud, Nava: «Siamo di fronte a una profonda trasformazione»

Marco Franco Nava

Il peggio è passato. Il sistema manifatturiero bresciano ha superato i momenti più difficili dell’emergenza sanitaria con caparbietà. Nel 2020 si sono ridotti i volumi e, inevitabilmente, i margini di redditività; le nostre imprese comunque vantano una buona solidità patrimoniale e finanziaria, che si è rivelata una virtuosa base di partenza quando l’economia mondiale ha ricominciato a correre. Durante le fasi più acute della pandemia, la principale richiesta avanzata dalle imprese al governo e alle banche era un sostegno in termini di liquidità: Marco Franco Nava (direttore regionale Lombardia Sud di Intesa Sanpaolo) ora, invece, quali sono le esigenze palesate dalle aziende e che raccogliete dalle vostre filiali?

«La pandemia ha generato una forte domanda di liquidità proprio per impedire che il blocco delle attività si traducesse in un collasso dell’intero sistema produttivo. Il Paese, in particolare il territorio bresciano, ha imprese forti, che dopo la crisi del 2008 hanno compiuto un percorso di rinnovamento e rafforzato la propria struttura finanziaria.

Questo ha consentito di superare con una certa rapidità la crisi pandemica. Ora ci troviamo di fronte a uno scenario di profonda trasformazione, ma grazie anche alle risorse che verranno messe a disposizione con il Recovery Fund Plan (Pnrr) ci sono i presupposti per rendere strutturale la ripresa. In una logica di superamento delle misure straordinarie adottate nel corso della pandemia, abbiamo lanciato nel marzo 2021 Motore Italia, un programma strategico da 50 miliardi di nuovo credito che ha avuto come primo obiettivo continuare a garantire liquidità alle imprese consentendo loro di onorare gli impegni finanziari e contribuire alla ricostituzione progressiva dei cash flow. La ripresa deve necessariamente passare attraverso l’innovazione e la sostenibilità, i due pilastri per agganciare il momento di favore e far crescere l’economia locale. Per accelerare gli investimenti su questi asset e accompagnare le Pmi nella improcrastinabile transizione verso l’economia green e la digitalizzazione, assecondando le linee guida del Pnrr, Intesa Sanpaolo metterà a disposizione 120 miliardi per le Pmi da qui al 2026 nell’ambito di un programma più ampio di erogazioni a medio lungo termine per oltre 410 miliardi di euro per incentivare gli investimenti in ambito Esg».

«La transizione ambientale e digitale non risponde solamente a questioni etiche»

La sostenibilità, in tutte le sue declinazioni, è considerata uno dei motori più performanti della crescita: come supporterete le aziende che seguiranno progetti industriali calibrati su questo specifico "parametro"?

«La transizione ambientale e digitale sta diventando sempre più cruciale, per la politica, i consumatori, le imprese e il sistema bancario e non risponde solamente a questioni etiche e di responsabilità sociale, ma riveste sempre più una dimensione economica per il sistema produttivo: è il mercato a chiederlo, soprattutto le nuove generazioni di consumatori che ricercano la sostenibilità nel processo di produzione dei beni. La pandemia ha ulteriormente rafforzato la domanda di investimenti che tengono conto di fattori ambientali, sociali e di governance e la banca stessa intende valorizzare questa nuova consapevolezza.

Ed è proprio dal territorio bresciano, che dimostra una crescente consapevolezza sulla necessità di avviare un percorso di trasformazione sostenibile come leva importante per il recupero di competitività, che abbiamo avviato in collaborazione con la Camera di Commercio il primo Laboratorio Esg, un’iniziativa poi estesa a tutto il territorio nazionale e dedicata alle Pmi che ambiscono a migliorare il proprio profilo di economia sostenibile e circolare. Grazie alla presenza di partner di eccellenza le aziende verranno accompagnate nell’intero percorso su questo fronte. Per le imprese che ambiscono a migliorare il proprio profilo sostenibile avviando la transizione verso obiettivi Esg, oltre al plafond di 6 miliardi di euro per finanziare progetti di circular economy, già stanziato con il Piano industriale da un anno, Intesa Sanpaolo ha attivato anche un plafond di 2 miliardi di euro per gli S-Loans, la nuova soluzione di credito a medio-lungo termine con un meccanismo di premialità sul costo del finanziamento al raggiungimento di specifici e dichiarati obiettivi di sostenibilità.

Su questa linea sono stati predisposti ulteriori strumenti sempre più adatti a supportare le transizioni digitali e ambientali come Digital Loan per finanziare l’evoluzione digitale delle Pmi e S-Loan Climate Change, finanziamento unico nel panorama bancario italiano e con garanzia Sace all’80%, grazie al quale la banca fornirà alle imprese un nuovo strumento per finanziare progetti di investimento green fino ad un importo di 15 milioni di euro per una durata massima di 20 anni. Ad oggi le erogazioni con gli S-Loan hanno raggiunto 1 miliardo di euro in Italia».

Sempre con uno sguardo fisso all’orizzonte, gli altri punti cardine per lo sviluppo dei territori in cui operate sono senz’altro l’innovazione (con la transizione digitale) e il capitale umano: in quest’ottica quali sono gli strumenti che mettete a disposizione delle imprese?

«La formazione è sicuramente un tema centrale, inteso non soltanto come strumento per le nuove generazioni, ma anche per elevare il livello di competenze tecnologiche necessarie per la transizione digitale. Le risorse destinate alla transizione digitale costituiscono ben il 30% dell’intero Pnrr e Intesa Sanpaolo si propone come acceleratore di questi investimenti mettendo a disposizione 4 miliardi di euro con Motore Italia Digitale. Digitalizzazione e formazione sono due asset su cui le aziende dovranno investire e l’accordo sottoscritto recentemente da Intesa Sanpaolo e Confindustria si fonda anche su questi driver fondamentali per promuovere l’evoluzione del sistema produttivo, per la sua crescita e in coerenza con il Pnrr e mette a disposizione delle imprese italiane 150 miliardi di euro».

«La voglia di riscatto del nostro tessuto produttivo dovrà fare i conti con colli di bottiglia nelle forniture»

Sul presente e sul futuro del nostro sistema produttivo pesano comunque delle insidiose incertezze, come ad esempio la difficoltà nel reperire le materie prime e i rincari dell’energia: quali sono le vostre aspettative al riguardo e, soprattutto, quali assicurazioni (o sostegni) potete offrire alle aziende per superare al meglio queste complicazioni?

«La difficoltà di approvigionamento e il rialzo dei prezzi delle materie prime che caratterizza questa fase iniziale della ripresa è forse la sua insidia principale e possono condizionare in parte produttività e consumi. Per un adeguamento dei livelli dovremo attendere sicuramente i prossimi mesi, nel frattempo la voglia di riscatto del nostro tessuto produttivo dovrà fare i conti con colli di bottiglia persistenti nelle forniture, con salari più alti e prezzi dell’energia in crescita, con conseguente tensione dei livelli inflattivi.

Questo non deve però frenare le intenzioni di crescita sostenibile delle aziende, proprio nel momento in cui il nostro Paese ha tutti i presupposti per tornare ad essere protagonista nell’economia europea. I finanziamenti e i piani di rilancio europeo per superare la crisi rappresentano un’occasione unica per la nostra economia ed in questo contesto Intesa Sanpaolo vuole essere un motore propulsivo, continuando a sostenere le piccole e medie imprese con un approccio sistemico, supportandole a tutto tondo per affrontare un percorso di necessaria rigenerazione».

A cura di Numerica

Editoriale Bresciana

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