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POLPENAZZE DEL GARDA
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METALLURGIA

L'azienda è specializzata nel recupero di materia prima dai rifiuti

Valorizzazione della stabilità, ulteriori specializzazioni, investimenti in tecnologie e in risorse umane: questi i cardini delle strategie di opposizione agli «stop&start» che il Covid-19 ha imposto alle aziende messi in campo dalla Rmb di Polpenazze del Garda.

L’azienda è specializzata nel recupero di materia prima-seconda dai rifiuti e gestisce il ciclo completo nel totale rispetto dell’ambiente, un’attività portata avanti e implementata fin dal 1981. Quest’anno Rmb si appresta a chiudere l’esercizio con un fatturato di oltre 240 milioni di euro. I dipendenti diretti sono più di duecentocinquanta.

Nel periodo più pressante della pandemia Rmb è stata impegnata sul fronte della gestione dei rifiuti e su quello della programmazione per la ripresa: «Erogando servizi di pubblica utilità non siamo stati fermati dal lockdown, dovendo garantire il servizio indispensabile per la gestione di filiera dei rifiuti urbani - spiega l’amministratore delegato Antonio Amato -. Il resto dell’attività è stato invece condizionato, pur avendo adottato in largo anticipo rispetto alle prescrizioni tutti gli accorgimenti per lavorare in sicurezza, dal calo dei consumi e conseguente minor richiesta di materia prima-seconda, ovvero quella prodotta dal riciclo».

Antonio Amato: «Il mercato fatica a sostenere i ritmi che ha ripreso l’economia mondiale»

La stabilità aziendale ha però permesso di essere pronti a cogliere le opportunità della ripresa: «L’economia ha ripreso ad una velocità imprevedibile, che il mercato fatica a sostenere - riflette Amato -. Le dinamiche delle materie prime sono però instabili e i riflessi sono internazionali, sfuggono dunque ad ogni possibile controllo o previsione aziendale. L’interruzione di molte attività economiche dovute all’emergenza sanitaria ha determinato una crescente difficoltà per l’avvio a recupero di materiali provenienti dalla raccolta differenziata. Sotto questo aspetto Rmb è però strutturata per continuare ad operare».

Il dinamismo operativo di Rmb non si è quindi arrestato per il Covid-19: «Nell’ottica di completare la nostra proposta abbiamo acquisito la Garm di Gavardo, azienda che opera nel campo del trattamento dei rifiuti, dove siamo intervenuti per attrezzarci al recupero dell’alluminio dalle capsule del caffè e dalle lattine, nonché dai materiali ferrosi provenienti dal trattamento dei rifiuti urbani».

«Inoltre - continua Antonio Amato - stiamo organizzandoci per il recupero del rame con il revamping di un impianto che sarà operativo il prossimo anno in aderenza a quanto previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Inoltre, abbiamo investito nella realizzazione di un parco fotovoltaico di circa 1 MegaWatt che ci permetterà di coprire circa il 20%, ore luce, del nostro consumo».

Rmb investe da sempre anche sulla formazione del personale e sui giovani: «Si è concluso con successo il corso biennale Its che abbiamo organizzato per formare tecnici per "recuperare l’ambiente". Al piano formativo - realizzato con l’approvazione di Regione Lombardia e del Provveditorato agli studi - hanno partecipato 20 apprendisti, regolarmente assunti dall’azienda, che sono stati accompagnati al conseguimento del diploma di tecnico superiore dopo un percorso che prevedeva 3.600 ore circa di cui 960 (24 settimane) in aula, eseguite in gran parte in modalità telematica, e la rimanenza (66 settimane) in reparto sotto la guida di tutor esperti. Tutti i ragazzi hanno superato l’esame di Stato - precisa con soddisfazione Amato -: quindici si sono fermati da noi e lavorano in Rmb, mentre cinque hanno deciso di proseguire gli studi. Questa è stata un’esperienza estremamente positiva e gratificante anche per l’azienda, tanto che stiamo valutando la possibilità di riproporla».

La piattaforma di trattamento Rmb opera il recupero/smaltimento di rifiuti speciali attraverso l’utilizzo di molteplici sezioni impiantistiche a tecnologia articolata che separano ad esempio le differenti frazioni metalliche (ferrosi e non ferrosi) presenti all’interno dei rifiuti.

Rmb esegue il totale ciclo di attività, articolato in oltre venti sezioni produttive, esercitando un controllo completo e rigoroso in tutte le fasi di lavorazione. Si è infatti dotata di un «Protocollo di gestione rifiuti» che definisce in dettaglio ogni fase della lavorazione: dalla programmazione degli ingressi, al controllo sui materiali in arrivo all’impianto, alle successive lavorazioni, fino alla produzione di «nuovi prodotti» e residui decadenti da avviare presso impianti esterni autorizzati per la loro gestione finale.

«Ci stiamo organizzando per il recupero del rame con il revamping di un impianto»

Rmb cura attentamente la preparazione tecnica degli addetti commerciali perché conoscere i materiali e le lavorazioni è alla base dell’attività di vendita ed è requisito fondamentale per acquistare e vendere i giusti prodotti nei vari Paesi nel mondo.

La squadra Rmb allarga infatti il concetto di recupero al mondo intero, con coesione, competenza e rispetto del territorio, importando materiali da valorizzare dai seguenti Paesi: Germania, Austria, Svizzera, Spagna, Polonia, Grecia, Croazia, Belgio, Francia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Inghilterra, Usa.

Fondamentale inoltre la possibilità di esportare i materiali lavorati: Germania, Spagna, Cina, Austria, Polonia, Francia e India beneficiano di questa collaborazione e utilizzando i prodotti Rmb limitano l’utilizzo di materie prime estratte in natura, preservando il loro territorio e l’ambiente.

A cura di Numerica

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