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CONSULENZA E REVISIONE

Un network per trasformare i segnali del cambiamento in business

In un contesto di forte incertezza sistemica come quello in cui le aziende di tutto il mondo si trovano a operare, il ruolo di un grande network internazionale come EY è di supportare gli imprenditori, i Cfo e i manager a riconoscere i segnali dell’ambiente in cui le imprese operano e soprattutto a interpretarli correttamente per aiutare le organizzazioni a trasformare quei segnali in opportunità di business, invece che subirli come pericoli.

Ivan Losio

Grazie ad un osservatorio privilegiato, EY è in grado di individuare e anticipare i principali trend legati al mondo del business e di offrire il miglior supporto professionale alle imprese che hanno necessità di evolvere per rimanere competitive. «Incontriamo molte realtà che si trovano ad affrontare il tema della trasformazione del business, per far fronte alle sfide di un mercato volatile e incerto, alla necessità di digitalizzazione, alla spinta verso la sostenibilità e per rispondere ad un mercato del lavoro che sta profondamente cambiando» spiega Ivan Losio, Italian leader del Faas (Financial accounting advisory services) di EY.

Massimo Trebeschi

«La richiesta che riceviamo è di supporto da parte delle imprese per realizzare i propri piani di investimento, anche grazie agli incentivi della finanza agevolata che derivano dal Pnrr, con lo scopo di diventare realtà più forti, più profittevoli, più flessibili ma soprattutto ancora più pronte e veloci ad affrontare le tante sfide del futuro. In una parola: più agili» continua Massimo Trebeschi.

«Incontriamo molte realtà che devono affrontare le sfide di un mercato volatile e incerto»

Andrea Barchi

Il tema centrale diviene dunque quello della Business transformation: l'importanza di mettere in atto cambiamenti profondi di mentalità, cultura e modelli per innovare e fare crescere il proprio business. Al centro anche il tema dell'Open innovation, un metodo efficace di contaminazione da parte di realtà esterne che garantisce aumento di competenze e creazione di valore quando la trasformazione richiede anche una innovazione tecnologica, come nell’attuale era della trasformazione industriale digitale.

Cesare Tagliapietra

Marco Malaguti

«Il nostro obiettivo diviene quello di migliorare i processi dell’azienda massimizzando l’efficacia del modello di business, grazie alla raccolta e analisi di grandi quantità di dati, all’introduzione di piattaforme digitali e dell’Artificial intelligence, alla definizione di adeguati sistemi di Kpi (Key performance indicator) che siano in grado di monitorare non solo aspetti economico-finanziari ma anche di sviluppo sostenibile dell’azienda» spiega Cesare Tagliapietra.

Alberto Mazzoleni

«La provincia di Brescia si distingue per la sua forte cultura imprenditoriale»

«La sempre maggiore sensibilità dei mercati, sia dei consumatori finali sia all’interno delle catene di fornitura, unite alla forte spinta del regolatore hanno reso in pochi anni la sostenibilità un imperativo per tutte le imprese. A partire dal 2025 la normativa europea conosciuta come Corporate sustainability reporting directive, obbligherà circa 8.000 aziende italiane a elaborare report di sostenibilità, con lo scopo di migliorare la qualità, la coerenza e la comparabilità delle informazioni sulla sostenibilità fornite dalle imprese. E negli anni successivi la platea delle aziende obbligate andrà aumentando» spiegano Andrea Barchi e Marco Malaguti.

Marco Cavagnini

In questo contesto molti imprenditori locali stanno dunque implementando strategie di sviluppo, possibilmente sostenibile, e ridisegnando le loro aziende con una maggiore attenzione al digitale. La ricerca di capitali, alternativi e complementari al classico canale bancario, diventa prioritaria. «Per poter affrontare percorsi di crescita, la via è spesso quella della finanza straordinaria. Affacciarsi al mercato dei capitali, comporta numerosi vantaggi non solo di disponibilità finanziaria ma di immagine e di attrattività per clienti, fornitori e talenti ma anche conseguenti obblighi: dotarsi di modelli evoluti di governance, di adeguati manager e di sistemi di pianificazione strategica e controllo di gestione articolati. La platea di aziende bresciane con le caratteristiche adeguate all’accesso al mercato dei capitali è ampia, ma sono ancora poche quelle che vi si affacciano. Molto resta da fare in termini di promozione e stimolo alla capitalizzazione delle aziende» puntualizza Marco Cavagnini.

«Brescia si distingue per la sua forte cultura imprenditoriale, che ha reso possibile la crescita delle sue aziende nei decenni passati. L’invito è quello a continuare su questa strada, mantenendo la propria identità ma aprendosi al cambiamento e alla contaminazione che il mercato richiede sempre più. Solo in questo modo sarà possibile rimanere competitivi e allo stesso tempo innovare, creando valore per il proprio business e per l’intero sistema economico» conclude Alberto Mazzoleni.

A cura di Numerica

Editoriale Bresciana

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