Quello del 2022 andrà agli annali come il bilancio migliore di sempre per molte aziende bresciane. I risultati dell’analisi realizzata dal nostro giornale insieme all’Università degli studi di Brescia lo confermano. Con la spinta dell’aumento dei prezzi, il sistema manifatturiero bresciano ha aumentato i volumi delle vendite e incrementato la redditività.
«Il tessuto imprenditoriale bresciano ha dimostrato di essere reattivo e resiliente»
Quest’anno, tuttavia, lo scenario economico è cambiato e anche la locomotiva bresciana ha rallentato la sua corsa: nel secondo e terzo trimestre 2023, il trend della produzione industriale ha addirittura riportato il segno «meno».
Marco Franco Nava, dal suo osservatorio privilegiato di direttore regionale Lombardia Sud di Intesa Sanpaolo, crede che questo sia un segnale preoccupante oppure ritiene che questa flessione sia preliminare a un «rimbalzo» della nostra economia già nel 2024?
«Il tessuto imprenditoriale bresciano ha saputo dimostrare anche nel periodo della crisi pandemica e poi in quella geopolitica di essere reattivo e resiliente. Uno dei punti di forza della competitività di questo territorio è la spiccata internazionalizzazione. Seppur in flessione nel secondo trimestre del 2023, l’export si conferma tra i principali driver dello sviluppo dell’industria bresciana grazie anche alla presenza di distretti tradizionali quali ad esempio dei metalli e della metalmeccanica caratterizzati dall’insieme di grandi aziende che fungono da capi-filiera e delle imprese piccole che sono flessibili, veloci ed efficienti consentono un rapido orientamento nel sistema manifatturiero. La catena di fornitura, divenuta negli ultimi tempi più corta, consente ai distretti bresciani di soffrire meno della supply chain, inoltre la prossimità geografica è fonte di vantaggi commerciali e nei processi di innovazione: essere inseriti in un territorio con elevata specializzazione e un sistema radicato e integrato di aziende consente la facilitazione dei rapporti con altre imprese sia lato fornitori che clienti, ma anche lo scambio di informazioni sia di natura commerciale che industriale e tecnica e l’accesso a condizioni commerciali più vantaggiose. Tutti questi punti di forza insieme alla forte specializzazione e alla capacità di anticipare le tendenze e proporre prodotti innovativi di altissima qualità, rende l’industria bresciana altamente competitiva e con i requisiti per affrontare un 2024 che si presenta complesso e con incertezze di natura geopolitica. E Intesa Sanpaolo è al loro fianco con il credito e la consulenza, oltre ad una presenza capillare all’estero».
Sull’attuale rallentamento del mondo manifatturiero incidono soprattutto le difficoltà legate ai consumi interni e quelle relative agli investimenti. L’anno scorso, sempre di questi tempi, lei diceva che per Intesa Sanpaolo «gli investimenti rimangono una strada obbligata» perché, metteva in evidenza già allora, «le imprese che hanno una maggiore redditività sono quelle che hanno investito in innovazione e nella produzione di energie rinnovabili». Questa tesi vale anche adesso?
«Le aziende che si stanno muovendo nella giusta direzione hanno incrementato il fatturato e la marginalità inoltre non dobbiamo dimenticare i benefici che deriveranno dai primi effetti concreti delle misure avviate dal Pnrr. Innovazione, digitalizzazione e transizione sostenibile ed energetica devono continuare a essere al centro dei progetti di crescita delle aziende bresciane senza perdere di vista il tema del capitale umano che riguarda sia la governance sia le maestranze. Nei livelli apicali delle aziende esiste un tema di ricambio e/o affiancamento generazionale da affrontare: in Lombardia il 30% degli imprenditori ha più di 70 anni, una quota che nel 2010 non superava il 23%. È necessario quindi che le imprese mettano tra le priorità da affrontare quello che noi chiamiamo “accompagnamento generazionale”. Trasferire responsabilità, know-how e valori può preservare la continuità aziendale: l’ingresso di nuovi manager, dei giovani e delle donne nel board apporta notevoli benefici in termini di fatturato e redditività, innovazione e attenzione al green driver ormai necessari per preservare la propria competitività. La nostra banca promuove le scelte delle aziende volte alla transizione ambientale, su cui le imprese lombarde sono più avanzate rispetto al resto del Paese. In particolare, abbiamo messo a disposizione 76 miliardi a livello nazionale per favorire gli investimenti in energia da fonti rinnovabili e la conseguente autonomia energetica anche attraverso iniziative che incentivano sui territori la creazione delle Cer. Queste ultime costituiscono una progettualità virtuosa di autoproduzione di energia elettrica da fonti green: gruppi di famiglie, imprese, enti del terzo settore, possono scegliere di unirsi per autoprodurre e consumare energia elettrica da fonti rinnovabili, rendendo l’energia "condivisibile a Km-zero"».
Intesa Sanpaolo ha diffuso pochi giorni fa i risultati dell’ultima trimestrale con cui batte tutte le previsioni e mette a segno i migliori nove mesi di sempre. Numeri che confermano la vostra solidità e che consentiranno alla vostra banca di avere un ruolo di primo piano nello sviluppo del Paese. E da una prospettiva più locale, in che modo supporterete il nostro territorio? Dopotutto, un altro pilastro su cui fonda l’attività di Intesa Sanpaolo è quello della sostenibilità. Recentemente avete annunciato un impegno di 1.5 miliardi entro il 2027 per sostenere il sociale (in aggiunta al miliardo del periodo 2018-’21). A garanzia di questo impegno, a Brescia è nata anche un’unità organizzativa dedicata.
«Digitalizzazione e transizione sostenibile devono essere al centro dei progetti di crescita»
«In un anno particolare per Brescia come Capitale della Cultura insieme a Bergamo, le istituzioni, le aziende e il singolo cittadino hanno dimostrato di mettere al centro dei propri progetti l’impegno sociale, rafforzando ulteriormente la propria sensibilità al tema della sostenibilità e a tutto quello che può scaturire in termini di impatto sociale e ambientale. L’iniziativa Inalberiamoci ne è un esempio, grazie al contributo e al buon cuore dei bresciani che hanno partecipato alla raccolta fondi organizzata all’interno del nostro programma Formula sulla nostra piattaforma di crowdfunding, ha permesso di sostenere un’iniziativa vitale per la comunità e abbiamo fatto in modo che si realizzasse in tempi rapidi. Abbiamo donato anche noi come Intesa Sanpaolo a conferma del nostro impegno di Banca d’Impatto nel sostenere iniziative di sviluppo sostenibile e inclusivo nei territori in cui operiamo e che il Gruppo ha voluto rafforzare ulteriormente avviando un’unità organizzativa dedicata al sociale. Guardando al territorio delle imprese, la grande affluenza a Futura Expo, che abbiamo sostenuto per il secondo anno, è sicuramente un termometro che ci restituisce l’innalzamento del livello di consapevolezza delle aziende bresciane sull’importanza delle tematiche Esg. La sostenibilità è una parte importante del piano d’impresa della Banca e anche a Brescia siamo fortemente impegnati a diffonderne e rafforzarne la cultura sulle persone e sulle Pmi e lavoriamo per accompagnare le aziende che investono su progetti trasformativi della transizione sostenibile ed energetica attraverso strumenti dedicati che incentivano e premiano le aziende che affrontato questa transizione. Dall’avvio di queste iniziative in Lombardia abbiamo erogato oltre 1,8 miliardi di euro di finanziamenti a questo scopo. Il nostro primo Laboratorio Esg è stato fatto proprio a Brescia e ha l’obiettivo di formare e informare, in collaborazione con la Camera di Commercio, le imprese e spiegare loro cosa vuol dire essere sostenibili e stimolare il loro potenziale verso i processi trasformativi».
L’analisi economica delle prime mille imprese per fatturato e delle 1000 Pmi cresciute di più negli ultimi 5 anni
Realizzata dalla redazione Economia del Giornale di Brescia e dagli esperti dell’Università degli Studi di Brescia, la ricerca analizza i conti delle aziende del territorio.
Non solo numeri e fatturati, ma anche focus tematici, approfondimenti per settore, infografiche e mappe interattive. I dati delle prime 1000 aziende, disponibili in una piattaforma interattiva, sono interrogabili in pochi clic e consentono all’utente di fare confronti tra competitor, realizzare ricerche personalizzate e approfondire le performance in modo comodo e veloce. Gli abbonati al portale hanno accesso anche all’analisi delle 1000 Pmi che hanno registrato un tasso media di crescita negli ultimi cinque anni, oltre che all’archivio dei dati a partire dal 2016.