Editoriale

Si stanno modificando tutti i mattoncini del manifatturiero

di Erminio Bissolotti

Lo scenario economico globale sta evolvendo a passo spedito. La transizione dall’auto a motore endotermico a quella con propulsore elettrico è per noi il processo di cambiamento più sofferto in una fase congiunturale così delicata.

Il nostro sistema produttivo è chiamato a compiere un ulteriore salto di qualità, meglio se in modo integrato con il resto del Paese e soprattutto del Vecchio Continente. Le imprese dovranno trovare nuove forme di cooperazione: sia nell’ambito tecnologico sia in quello dei processi, senza tralasciare la ricerca e la formazione di dirigenti e personale. Nello stesso tempo, solo un piano di politiche industriali su scala comunitaria potrà salvaguardare il nostro distretto produttivo (in primis il comparto dell’auto), puntando a un miglioramento tecnologico della manifattura nel suo insieme.

Il nostro sistema produttivo è chiamato a compiere un ulteriore salto di qualità

La «Fabbrica Europa» va rifondata, e va preso in considerazione il ruolo strategico che avranno le materie prime e le terre rare nello sviluppo dell’industria. L’Italia e l’Europa, però, hanno limitate capacità estrattive e anche dove dispongono di potenziali miniere, l’impatto ambientale e sociale previsto per l’estrazione dal sottosuolo e per la lavorazione di quei materiali potrebbero risultare troppo onerosi e soprattutto stigmatizzati dall’opinione pubblica. L’Europa, tuttavia, vanta un’ottima base scientifica e una matura cultura dell’economia circolare. Su queste «abilità» si potrebbe investire ancora più risorse per riutilizzare e riciclare i materiali.

Anche la cronaca quotidiana racconta di un mutamento profondo, ostinato, improcrastinabile, segnato da una nuova concezione di industria, da una rimodulazione delle catene globali del valore e da una moderna offensiva asiatica. Insomma, si stanno modificando tutti i mattoncini che compongono il nostro sistema manifatturiero e Brescia ne è consapevole. Così come dei suoi limiti e delle sue potenzialità, che dal punto di vista economico e finanziario emergono anche dai risultati dell’analisi realizzata dal GdB e dall’Università degli Studi di Brescia, riportati in questo inserto.

Alcuni mesi fa, il Financial Times ha inserito l’Emilia Romagna fra i primi sistemi economici metropolitani. Secondo il quotidiano britannico l’Emilia Romagna, seppur tormentata negli ultimi mesi dalle calamità naturali, ha tre fattori di grande qualità: le specializzazioni produttive ad alto valore aggiunto, le infrastrutture che rispetto alla media italiana sono migliori, la finanza locale che ha una cifra nazionale ed europea. Se nella conquista di nuovi mercati le imprese bresciane - e non solo - devono confrontarsi con un nuovo paradigma economico che mette al centro lo sviluppo sostenibile, contestualmente le stesse realtà non possono disinteressarsi del contesto in cui operano e dei

nuovi piani di investimenti infrastrutturali. Le storiche lacune italiane, che sempre più di frequente rendono il nostro Paese ostile al fare impresa.

I dati di questa diciannovesima edizione dell’Inserto Bilanci mantengono l’ambizione di supportare gli operatori economici e le istituzioni a ponderare le loro scelte future.

L’intelligenza artificiale, peraltro, sta generando la quinta rivoluzione industriale, aprendo nuove prospettive, reinventando i processi di produzione e segnando un cambiamento radicale rispetto ai paradigmi tradizionali. Se, fino a ieri, l’automazione industriale contemplava principalmente l’uso di macchinari per eseguire compiti ripetitivi, oggi grazie all’intelligenza artificiale si va ben oltre, offrendo soluzioni «intelligenti» che possono analizzare dati in tempo reale, apprendere dai processi e prendere decisioni autonome. Questo nuovo modello non solo aumenta l’efficienza e la produttività, ma apre anche nuove possibilità per l’innovazione e la personalizzazione dei prodotti.

Anche da questo punto di vista si delinea una netta discontinuità con il passato: i sistemi di Ai richiederanno un riequilibrio del portafoglio delle competenze, un fenomeno più marcato per le piccole imprese nelle quali l’imprenditore spesso accentra su di sé attività e mansioni ad elevato impatto tecnologico. Brescia deve concentrare tutta la sua energia nel costruire il nuovo, mattoncino dopo mattoncino, rafforzando nella sostanza e non solo nella forma anche quel meccanismo di delega familiare e manageriale.

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