La strada è il luogo di lavoro dei trasportatori, eppure secondo il presidente di Fai Brescia il sistema infrastrutturale del nostro Paese non garantisce pienamente lo spostamento delle merci via gomma.
Sergio Piardi, di Fai Brescia: di quali migliorie necessitano le infrastrutture esistenti e qual è la situazione attuale del transito dei mezzi pesanti attraverso i trafori alpini?
«Uno studio dello scorso anno di Fai/Conftrasporto sottolinea che stiamo vivendo una situazione di emergenza infrastrutturale, sia in prossimità dei centri urbani che sul fronte dei valichi alpini. In quest’ultimo caso, per il trasporto su gomma occorre evidenziare che il Traforo del Frejus opera ancora con una sola canna, con procedure di transito per le merci pericolose che necessariamente comportano rallentamenti di tutto il traffico. D’altro canto, ricordo anche le interruzioni periodiche della viabilità, di tre mesi per i prossimi diciotto anni per lavori di manutenzione al Monte Bianco. A tutto questo si aggiungono anche i limiti al valico del Brennero. Dunque, con le condizioni attuali delle infrastrutture lo scambio di prodotti tra l’Italia e i Paesi europei rischia una paralisi se non si interviene tempestivamente con investimenti considerevoli e progetti innovativi».
A proposito del valico del Brennero, ci sono ulteriori sviluppi sul ricorso dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea contro i divieti austriaci?
«Sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del 16 settembre sono state pubblicate le conclusioni della parte italiana e le principali motivazioni che hanno spinto il nostro Paese a presentare una causa contro l’Austria davanti alla Corte di Giustizia. In seguito alla prima “rivincita”, l’obiettivo è che detto organismo dichiari la violazione da parte austriaca del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. La Fai non si fermerà finché vengano aboliti tutti i divieti e i nostri mezzi possano transitare».
Intermodalità e shift modale, qual è la sua visione sulle prospettive di questi due aspetti?
«Ben vengano gli incentivi purché non erogati in ritardo o con modalità inadeguate»
«Oggi il trasporto su gomma occupa l’83% delle modalità di trasporto e l’UE continua a porre degli obiettivi da raggiungere sia per le emissioni che per le percentuali di trasporto intermodale delle merci che penalizzano le imprese».
Cosa si può fare?
«Ben vengano gli incentivi che ci sono, però che non siano come quelli delle precedenti versioni: che arrivano in ritardo o vengono erogati con modalità inadeguate come il “click day”. Infine, vorrei fare una proposta: creare le giuste condizioni per l’implemento del sistema di trasporto accompagnato anche in Italia. Sarebbe un modo nuovo di trasportare le merci e, di conseguenza, anche di tipologia di intermodalità».
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