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«Nel 2025 ci aspettiamo una ripresa dell’economia bresciana. Le imprese hanno continuato a investire»

Le tensioni in Medio Oriente, la crisi dell’economia tedesca e la generale debolezza dell’Europa rispetto a Cina e Usa stanno condizionando l’attuale fase congiunturale. Già lo scorso anno, di questi tempi, il sistema produttivo bresciano registrava una significativa frenata delle sue attività.

Marco Franco Nava, direttore regionale Lombardia Sud di Intesa Sanpaolo

Marco Franco Nava, lei è il direttore regionale Lombardia Sud di Intesa Sanpaolo: quali sono le previsioni degli operatori finanziari? Crede che abbiamo di fronte ancora tempi difficili?

«Sono convinto che l’innovazione e i giovani avranno un ruolo cruciale nel promuovere la competitività»

«Nel 2025 ci aspettiamo una ripresa dell’economia bresciana che potrà contare sul contributo dei consumi e degli investimenti grazie all’inflazione che è rientrata e ai tassi che hanno iniziato la loro discesa. Inoltre, gli incentivi per Transizione 5.0 e la realizzazione degli investimenti del Pnrr porteranno benefici all’economia, alle infrastrutture, alla transizione digitale e green e, anche i mercati esteri potranno tornare a sostenere la crescita, grazie all’attesa ripresa degli scambi internazionali. Anche l’economia bresciana, fortemente presente e competitiva sui mercati internazionali, potrà trovare nuovo slancio. Nei settori industriali di questo territorio ci sono imprese flessibili che hanno continuato ad investire, spostarsi sui mercati, diversificare, personalizzare i prodotti e offrire quella componente di servizio che altri Paesi non riescono a dare. Le aziende bresciane stanno tornando ad investire e noi siamo pronti a supportare la loro competitività mettendo a disposizione oltre 3,6 miliardi attraverso il nostro programma "Il tuo futuro è la nostra impresa" che prevede a livello nazionale 120 miliardi di euro, per investimenti che guardano a sostenibilità, transizione energetica, digitalizzazione e internazionalizzazione».

La transizione energetica si sta rilevando molto più complicata del previsto e decisamente più onerosa. Le imprese hanno capito che «essere sostenibili» vuol dire «essere più competitivi», tuttavia i costi e i progetti che vanno in questa direzione sono a volte insostenibili per le Pmi. Come sarà possibile superare questo ostacolo?

«Sicuramente la transizione verde nell’economia industriale è complessa e delicata. Ma sono altresì convinto che l’innovazione e le persone, in particolare le nuove generazioni, avranno un ruolo fondamentale nel promuovere la competitività. Brescia ha saputo valorizzare con la forza di un know how internazionale l’imprenditoria di un territorio dove c’è una cultura d’impresa che ha già messo in pratica i criteri Esg e che abbiamo voluto incentivare ulteriormente anche attraverso il nostro Laboratorio Esg, in collaborazione con l’ente camerale. Si tratta di un punto di incontro fisico e virtuale per accompagnare le piccole e medie imprese nell’approccio alla sostenibilità, per migliorarne il profilo e supportarne gli investimenti. Oggi se le imprese vogliono continuare a competere, non possono sottrarsi all’impegno su questo fronte e noi vogliamo supportarle attraverso consulenze per l’accesso alle agevolazioni fiscali e finanziamenti innovativi, quali gli S-Loans, che accompagnano gli sforzi delle imprese nella direzione di una maggiore sostenibilità, con un meccanismo di riduzione dei tassi legato al raggiungimento di obiettivi Esg».

La neo Commissione europea non cambia linea sul futuro dell’auto e tira dritto verso il motore elettrico, il mercato però va in direzione contraria. Nel mezzo, il comparto dell’automotive palesa diverse difficoltà. Lei conosce bene il nostro tessuto imprenditoriale, quale ruolo assume una banca come la vostra in un contesto di questo tipo?

«Con 250 imprese che occupano circa 18.000 dipendenti, la provincia di Brescia è fortemente specializzata nell’automotive e risulta essere il secondo polo nazionale per la produzione di componenti per l’industria automobilistica. All’interno della filiera sono presenti imprese che hanno una buona diversificazione produttiva e grandi player impegnati nella R&S, con buone competenze ingegneristiche e una significativa flessibilità dei fornitori italiani. Già nel 2022 avevamo condotto con Confindustria Brescia un’indagine sul posizionamento strategico delle imprese della filiera dell’auto, con particolare riferimento alla transizione ecologica. Ne è emerso che il sistema bresciano appare nel complesso attrezzato ad affrontare le importanti sfide della sostenibilità, dell’innovazione tecnologica, della specializzazione di prodotto e della crescita dell’intera filiera, fondamentale per il nostro Paese. Basti pensare che, se includiamo sia l’industria sia la distribuzione, l’automotive genera in Italia un valore aggiunto che corrisponde a circa il 5% del Pil. La nostra banca non ha mai smesso di accompagnare il sistema produttivo e proprio alle filiere ha dedicato Sviluppo Filiere, un programma sottoscritto già da oltre 200 filiere lombarde che generano un giro d’affari complessivo di oltre 24 miliardi di euro e grazie al quale oggi 4.200 fornitori beneficiano del rating creditizio della capofila, godendo di condizioni vantaggiose di credito».

I giovani quale ruolo avranno nel futuro dell’economia bresciana?

«La crescita è funzionale alla qualità del capitale umano e connessa all’innovazione»

«La crescita è sicuramente funzionale alla qualità del capitale umano, ma è anche strettamente connessa all’innovazione. È proprio guardando alla transizione 5.0, all’innovazione e alle nuove competenze che abbiamo avviato una serie di iniziative che puntano sui giovani e sulla loro educazione formativa, anche per colmare quel disallineamento tra domanda e offerta nel mondo del lavoro. Con il programma "Giovani e lavoro" abbiamo formato gratuitamente 800 ragazzi in Lombardia tra i 18 e i 29 anni per settori come ristorazione, alberghiero, meccanica di precisione e coinvolto oltre 1.300 imprese a vario titolo nel programma. Mentre con “per Merito”, il prestito d’onore senza garanzie, negli ultimi 5 anni, abbiamo dato a oltre 2.700 studenti lombardi l’opportunità di frequentare con serenità atenei in Italia o all’estero, Its e master, per un’istruzione più ricercata, evitando così l’abbandono degli studi grazie ai finanziamenti erogati da Intesa Sanpaolo, per oltre 50 milioni di euro. Giovani è anche sinonimo di innovazione, un connubio che trova applicazione nel nostro programma Up2Stars dedicato alle giovani imprese per supportarle nei loro percorsi di accelerazione e internazionalizzazione e per il quale Intesa Sanpaolo ha già stanziato in due sole edizioni un supporto concreto di oltre 2 milioni di euro in aggiunta agli oltre 800 milioni di credito già erogati dal gruppo per investimenti in progetti innovativi. Sono una quindicina le start up lombarde selezionate nelle due edizioni e tra queste spicca la bresciana Infinity Id che ha preso parte all’esclusivo programma di incontri nella Silicon Valley».

A cura di Numerica

Editoriale Bresciana

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